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Come Capire se un Uomo è Fertile o non lo è

La fertilità maschile è un aspetto cruciale per le coppie che desiderano concepire. Comprendere se un uomo è fertile è importante per identificare eventuali problemi e per prendere decisioni consapevoli riguardo al proprio futuro. Come Capire se un Uomo è Fertile o non lo è? In questo articolo esploreremo alcuni metodi scientifici per valutare la fertilità maschile.


Spermiogramma:

Lo spermiogramma è un test di laboratorio utilizzato per valutare la salute e la fertilità maschile mediante l’analisi dello sperma. Durante il test, viene esaminato il campione di liquido seminale. Vengono valutati diversi parametri chiave, tra cui la concentrazione degli spermatozoi, la motilità e la morfologia.

  • La concentrazione degli spermatozoi rappresenta il numero di spermatozoi presenti in un millilitro di liquido seminale, una concentrazione superiore a 15 milioni di spermatozoi per millilitro viene generalmente considerata normale.
  • La motilità spermatica indica la capacità degli spermatozoi di muoversi in modo progressivo e corretto, essenziale per raggiungere e fecondare l’ovulo. I valori di riferimento per la motilità sono solitamente suddivisi in quattro categorie: rapida progressiva (spermatozoi che si muovono velocemente in linea retta), lenta progressiva (spermatozoi che si muovono lentamente o in una traiettoria non rettilinea), non progressiva (spermatozoi che si muovono ma non in modo progressivo) e immobile (spermatozoi che non si muovono affatto). Una percentuale elevata di spermatozoi con motilità rapida progressiva è desiderabile per la fertilità.
  • La morfologia spermatica analizza la forma e la struttura degli spermatozoi, valutando eventuali anomalie che potrebbero influire sulla capacità di fecondazione.

Questo test include anche una valutazione di diversi parametri fisici e chimici. La quantità di liquido seminale viene misurata per determinare il volume e fornire un’indicazione generale della produzione di sperma.

L’aspetto del campione viene osservato per identificare eventuali anomalie, come la presenza di sangue.

Il pH del liquido viene misurato per determinare il suo livello di acidità o alcalinità.

La viscosità viene valutata per misurare la consistenza del liquido seminale.

Inoltre, l’analisi del liquido seminale può includere un esame microscopico per valutare la presenza di spermatozoi, leucociti (globuli bianchi) e altre particelle. Per ottenere risultati accurati e affidabili durante l’esecuzione di uno spermiogramma, è importante seguire alcune accortezze. Una di queste è l’astinenza sessuale. È consigliabile evitare l’eiaculazione per un periodo di 2-5 giorni prima del test. Questo periodo di astinenza permette di ottenere un campione di sperma con una concentrazione e una motilità ottimali, fornendo così informazioni più precise sulla fertilità maschile, Questo test fornisce informazioni importanti sulla salute del sistema riproduttivo maschile e può aiutare a identificare eventuali anomalie o disfunzioni che potrebbero richiedere ulteriori indagini o trattamenti.

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Spermiocoltura

La spermiocoltura, o coltura del liquido seminale, è un test di laboratorio eseguito per identificare la presenza di batteri, funghi o altri microrganismi nel liquido seminale. Questo test viene spesso richiesto quando ci sono segni di infezione del tratto genitale maschile o quando si sospetta un’infezione come causa di problemi di fertilità. Durante la spermiocoltura, un campione di liquido seminale viene prelevato e coltivato in un terreno di coltura appropriato in laboratorio. Questo permette ai microrganismi presenti di crescere e di essere identificati. Successivamente, viene eseguita una sensibilità antibiotica per determinare quali antibiotici possono essere efficaci nel trattamento delle infezioni identificate.

Test di capacità di fecondazione

Il test di capacità di fecondazione, noto anche come test di interazione spermatozoo-ovocita, è un esame di laboratorio fondamentale per valutare la capacità degli spermatozoi di fecondare con successo un ovocita. Questo test viene comunemente utilizzato per indagare la fertilità maschile in coppie che sperimentano difficoltà nel concepire. Durante il procedimento, vengono prelevati spermatozoi e ovociti. Gli spermatozoi e gli ovociti vengono quindi messi in contatto in un ambiente di coltura mirato a simulare le condizioni fisiologiche presenti nelle tube di Falloppio. L’obiettivo principale è valutare la capacità degli spermatozoi di penetrare nell’ovocita, attraversare la sua membrana esterna (zona pellucida) e fondersi con il nucleo dell’ovocita stesso. Il test di capacità di fecondazione consente di identificare potenziali anomalie o difetti nella funzionalità spermatica che potrebbero ostacolare il processo di fecondazione.

Esami del sangue e valutazione ormonale

Gli esami del sangue possono essere utilizzati per valutare gli ormoni che influenzano la fertilità maschile. Alcuni degli esami ormonali comuni includono:

  • Analisi del testosterone: il testosterone è l’ormone chiave responsabile dello sviluppo e del mantenimento delle caratteristiche sessuali maschili. Un livello adeguato di testosterone è essenziale per una funzione riproduttiva sana.
  • Ormone follicolo-stimolante (FSH): l’FSH stimola la produzione di spermatozoi nei testicoli. Livelli elevati di FSH possono indicare una ridotta funzionalità testicolare e potenziali problemi nella produzione di spermatozoi.
  • Ormone luteinizzante (LH): l’LH regola la produzione di testosterone e stimola la produzione di spermatozoi. L’equilibrio tra LH e testosterone è essenziale per una funzione riproduttiva ottimale.
  • Estradiolo: l’estradiolo è un tipo di estrogeno presente sia negli uomini che nelle donne, sebbene in quantità minori negli uomini. Livelli elevati di estradiolo negli uomini possono influire negativamente sulla fertilità.
  • Prolattina: la prolattina è un ormone che regola la produzione di latte nelle donne, ma è anche presente negli uomini. Livelli elevati di prolattina possono interferire con la produzione di spermatozoi.

Test di frammentazione del DNA spermatico

Il test di frammentazione del DNA spermatico è un metodo utilizzato per valutare la qualità del materiale genetico negli spermatozoi. Durante la formazione degli spermatozoi, possono verificarsi danni al DNA che possono influire sulla fertilità maschile. Il test misura la quantità di frammentazione del DNA spermatico, fornendo informazioni sulla sua integrità. Un’elevata frammentazione del DNA spermatico è associata a una ridotta fertilità e può aumentare il rischio di problemi di concepimento.

Mar test

Il MAR test, acronimo di “Mixed Antiglobulin Reaction”, è un esame di laboratorio utilizzato per valutare la presenza di anticorpi anti-spermatozoi nel liquido seminale di un uomo. La presenza di anticorpi anti-spermatozoi può interferire con la capacità degli spermatozoi di fecondare l’ovulo.

Studio del cariotipo

Questo test consente di studiare la struttura e il numero dei cromosomi presenti nelle cellule di un individuo. Nel caso degli uomini, il cariotipo può rilevare eventuali anomalie cromosomiche che potrebbero influenzare la capacità riproduttiva. È eseguito mediante un semplice prelievo di sangue. Una volta ottenuti i campioni, le cellule vengono coltivate in laboratorio e successivamente analizzate al microscopio per valutare la struttura dei cromosomi e identificare eventuali alterazioni.

Esami ecografici

Gli esami ecografici possono essere utilizzati per valutare la fertilità maschile in diversi modi.

Un esame ecografico dei testicoli può rivelare anomalie strutturali, come varicocele (dilatazione delle vene nello scroto), cisti o tumori, che potrebbero influire sulla fertilità. Inoltre, l’ecografia può misurare le dimensioni dei testicoli, che possono essere indicative della produzione di spermatozoi. Un volume testicolare inferiore alla norma potrebbe essere associato a una ridotta produzione di spermatozoi. In alcuni casi, può essere eseguita un’ecografia trans rettale per valutare la prostata e le vescicole seminali, che sono coinvolte nella produzione del liquido seminale.

L’infertilità è un problema che può colpire sia gli uomini che le donne. Mentre spesso si pensa che sia una questione legata esclusivamente alle donne, l’infertilità maschile è altrettanto rilevante. Riconoscere i segni di infertilità in un uomo può essere il primo passo per affrontare il problema e cercare soluzioni appropriate.

Come Capire se un Uomo è Fertile o non lo è:

Difficoltà nell’erezione o nell’eiaculazione: uno dei segnali più evidenti di infertilità maschile è la difficoltà a mantenere un’erezione o raggiungere l’orgasmo. Questo può essere indicativo di problemi come l’impotenza o l’eiaculazione retrograda, in cui lo sperma invece di essere espulso all’esterno durante l’orgasmo, fluisce all’indietro nella vescica.

Dispermia: la dispermia è una condizione caratterizzata dalla presenza di spermatozoi anomali o difettosi nel liquido seminale. Questi spermatozoi possono avere anomalie nella forma, nella motilità o nella funzionalità, il che può compromettere la capacità di fecondazione dell’ovulo. La dispermia può essere causata da diversi fattori come: anomalie genetiche, infezioni, esposizione a sostanze tossiche, variazioni nella temperatura testicolare, disfunzioni testicolari, obesità, cattiva alimentazione, assunzione di droghe.

Varicocele: il varicocele è una condizione caratterizzata dalla dilatazione delle vene nello scroto, che può causare un aumento della temperatura nella zona dei testicoli. Questo aumento di temperatura può danneggiare la produzione di spermatozoi e influire sulla loro qualità e quantità. Di solito, il varicocele si sviluppa gradualmente e può essere asintomatico o causare una serie di sintomi come dolore, disagio, sensazione di pesantezza o gonfiore dello scroto. Il varicocele è più comune nei maschi tra i 15 e i 30. Sebbene non tutti i varicoceli richiedano necessariamente trattamento, in alcuni casi può essere consigliata la chirurgia o altri interventi medici per ridurre i sintomi o migliorare la fertilità.

Anormalità nel liquido seminale: il liquido seminale contiene gli spermatozoi prodotti dai testicoli. Cambiamenti nella consistenza, nel colore o nell’odore dello sperma possono essere indicativi di un problema di fertilità maschile. La presenza di sangue nello sperma (ematospermia) o una quantità  ridotta di spermatozoi possono essere segnali di infertilità e richiedono una valutazione medica.

Problemi testicolari: i testicoli svolgono un ruolo fondamentale nella produzione degli spermatozoi. Se si notano cambiamenti nella dimensione, nella forma o nella consistenza dei testicoli, potrebbe esserci un problema. Ad esempio, una dimensione ridotta dei testicoli (ipogonadismo) o la presenza di noduli o masse anomale potrebbero indicare un’infertilità maschile.

Storia di condizioni mediche o trattamenti precedenti: alcune condizioni mediche, come l’infezione delle vie genitali, l’uso di farmaci specifici o interventi chirurgici nella zona pelvica, possono influire sulla fertilità maschile. Se un uomo ha una storia di tali condizioni o trattamenti, potrebbe essere utile discuterne con un medico per valutare l’impatto sulla fertilità.

Ogni quanto fare gli esami del sangue

Gli esami del sangue rappresentano un’operazione di fondamentale importanza per capire ed inquadrare lo stato generale di salute delle persone. Le analisi del sangue sono uno strumento di prevenzione, visto che possono portare alla luce diversi problemi ed anticiparne di più gravi.

In parecchie patologie, il fattore tempo è infatti cruciale: una diagnosi eseguita nei giusti tempi permette infatti una migliore riuscita della terapia.

Le condizioni di salute possono facilmente variare nel corso del tempo, in base a fattori patologici ed ambientali, all’età ed altri elementi quali eventi esterni e periodi di stress: i controlli periodici sono la risposta a queste variazioni, perché daranno la possibilità di fotografare lo stato fisico del momento, osservare come cambia nel tempo ed adottare le eventuali terapie.

In questo articolo vedremo ogni quanto fare gli esami del sangue, delineando diverse prospettive inerenti i controlli periodici.

Esami del sangue: 4 motivi per non tardare a farli

Come già osservato, attraverso un semplice prelievo di sangue, veloce e per nulla invasivo, è possibile ottenere tantissime informazioni importanti sulla salute di un soggetto.

I motivi per i quali gli esami del sangue sono davvero essenziali sono presto detti:

  • Per la prevenzione
  • Per confermare o smentire la presenza di malattie in corso.
  • Vanno eseguiti obbligatoriamente prima di subire un intervento chirurgico.
  • Per monitorare le condizioni di salute durante particolari terapie che prevedono un trattamento farmaceutico.
Ogni Quanto fare gli esami del Sangue

Ogni quanto una persona dovrebbe fare le analisi del sangue?

Per quanto riguarda soggetti giovani ed in salute, andrebbero effettuate almeno una volta all’anno.

Ovviamente, la soluzione migliore prevede un consulto con il proprio medico di base, il quale conosce il paziente e potrà consigliarlo al meglio.

L’anamnesi è infatti la base da cui partire per stabilire quale dovrebbe essere la routine delle analisi del sangue: le esigenze sono diverse da persona a persona, e di conseguenza sarà diversa la frequenza con cui effettuare un esame del sangue.

In presenza di fattori di rischio, le analisi andrebbero eseguite ogni 6 mesi, mentre con problematiche più gravi anche ogni mese.

Nel prossimo paragrafo vedremo alcuni esempi, in modo da delineare una piccola guida che possa risultare il più esaustiva possibile.

Esami del sangue: ogni quanto farli a seconda dei casi

Come già accennato in precedenza, la frequenza con cui sottoporsi ad un esame del sangue può dipendere da diversi fattori, quali stato di salute, età, stile di vita e fattori di rischio, e non esiste una regola fissa che possa indicare ogni quanto fare le analisi del sangue.

Esistono delle linee guida ed il parere del proprio medico curante.

In linea generale, le analisi del sangue sono utili per delineare il quadro generale della nostra salute, perché in grado di controllare parecchi aspetti:

  • Anemia (emocromo)
  • Stato di salute generale (emocromo)
  • Stato di salute del fegato (transaminasi, bilirubina, gamma-GT, fosfatasi alcalina)
  • Stato di salute dei reni (azotemia, creatinina)
  • Rischio di malattie cardiovascolari (colesterolo, omocisteina, CPK)
  • Funzioni del metabolismo (glicemia, colesterolo, trigliceridi)
  • Infezioni (urinocoltura, emocromo)
  • Ricerca di marcatori tumorali

Bambini ed adolescenti non hanno necessità di effettuare esami periodici, tranne nei casi in cui si manifestino dei sintomi: a quel punto, il pediatra ed il medico curante potranno indicare la necessità delle analisi del sangue per effettuare un’indagine che possa dare risposte certe.

In presenza di fattori di rischio (sedentarietà, alimentazione non equilibrata, fumo, alcol, rapporti sessuali non protetti) e/o patologie in corso (diabete, malattie cardiovascolari, problemi al fegato ed ai reni, tumori, infezioni) le analisi del sangue andrebbero eseguite ogni 3 mesi.

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Esami quali emocromo completo, glicemia, colesterolo, trigliceridi e transaminasi, superati i 40 anni, andrebbero intensificati ed eseguiti con maggiore frequenza, soprattutto se sono presenti fattori di rischio e patologie.

Per gli anziani, anche in assenza di patologie specifiche, si consiglia la possibilità di effettuare check up periodici, ripetendo le analisi più volte all’interno dello stesso anno: anche in questo caso, sarà il medico di base a dare le indicazioni più adeguate da persona a persona

Oltre alle analisi del sangue, è utile eseguire esami delle urine e delle feci, per avere una panoramica più completa possibile.

Ricordiamo inoltre che per quanto riguarda la prevenzione e la possibilità di risolvere problematiche di tipo sanitario, bisognerebbe adottare sane abitudini di vita, che possono prevedere il rispetto di una dieta sana ed equilibrata, il costante svolgimento di attivita fisica, il consumo moderato di alcol e fumo, il rispetto di una corretta routine del sonno ed il monitoraggio costante dei possibili fattori di stress, in modo contenerli e contrastarli.

HIV: come capire se si è stati infettati? Si vede dagli esami del sangue?

L‘HIV (dall’inglese Human Immunodeficiency Virus) è un virus che attacca il sistema immunitario, colpendo soprattutto un gruppo di globuli bianchi (i linfociti T CD4+), fondamentali per garantire le difese dell’organismo. Nei prossimi paragrafi scoprirai se l’HIV si vede dagli esami del sangue e quali sono le analisi da effettuare.

L’infezione causata dal virus, che può essere diagnosticata tramite un semplice esame del sangue, indebolisce il corpo e se non trattata provoca la sindrome da immunodeficienza acquisita, ossia l’AIDS, malattia che causa un progressivo indebolimento del sistema immunitario portando il fisico al collasso e rendendolo incapace di reagire anche ad infezioni che non normalmente non causerebbero malattie (le cosiddette infezioni opportunistiche, causate da virus, batteri e funghi, che colpiscono appunto sistemi immunitari compromessi).

La trasmissione dell’HIV può avvenire attraverso i rapporti sessuali (sia penetrativi che non) ed il contatto con sperma o secrezione vaginali, il sangue (trasfusioni, trapianti di organi, tatuaggi) e durante la gravidanza (trasmissione dalla madre al figlio attraverso il cordone ombelicale, durante il parto o in fase di allattamento).

Hiv si Vede dagli Esami del Sangue

HIV: quali sono gli esami del sangue da effettuare

I test specifici per l’HIV consentono di rilevare l’infezione, e per rispondere al titolo dell’articolo, sì, è possibile rintracciare l’HIV grazie agli esami del sangue.

I test in questione sono i seguenti:

  • Test HIV di terza generazione, anche detto Elisa – Ricerca solo gli anticorpi anti-HIV e può rilevare l’infezione dopo circa 3-4 settimane. Il periodo di finestra è di circa 90 giorni dall’ultimo comportamento a rischio.
  • Test HIV di quarta generazione, anche detto combinato – Ricerca sia gli anticorpi anti-HIV prodotti dalla persona che parti del virus, come l’antigene p24. Può rilevare l’infezione dopo circa 20 giorni, mentre il periodo di finestra è di circa 40 giorni successivi all’ultimo comportamento potenzialmente a rischio.

Se i test per l’HIV vengono effettuati tramite un prelievo di sangue inviato in laboratorio, i risultati possono essere disponibili in tre giorni.

Esistono anche dei test rapidi che si possono effettuare attraverso un campione di saliva o una goccia di sangue prelevata con una puntura sul dito. Sono acquistabili in farmacia ed il responso è pronto in pochi minuti.

Questi test non sono attendibili al 100% ed i risultati dovrebbero essere sempre confermati da un prelievo ematico effettuato in laboratorio da personale sanitario.

Dove fare il test e perché è importante

Il test per l’HIV può essere svolto negli ospedali e nelle ASL (presso i Centri Riferimento HIV/AIDS), nei centri cura delle infezioni sessualmente trasmissibili e nei laboratori analisi regolarmente abilitati.

Perché è importante fare il test dell’HIV?

Il motivo è presto detto: rappresenta l’unica possibilità per rintracciare l’infezione ed iniziare un’adeguata terapia.

Anche se non esistono cure capaci di guarire dall’HIV, sono disponibili diverse terapie antiretrovirali che possono migliorare lo stato generale di salute ed offrire un’aspettativa di vita molto alta. I farmaci in questione rallentano la progressione della malattia ed è importante assumerli tempestivamente per ottenere un’efficacia maggiore.

Inoltre, un’adeguata terapia riduce la quantità di virus nell’organismo ed abbassa il rischio di contagio nei confronti di altre persone.

Il test per l’HIV dovrebbe essere eseguito periodicamente dalle persone sessualmente attive, da chi ha fatto sesso non protetto con un partner occasionale e da chi ha utilizzato un ago condiviso per iniettare farmaci o droghe.

Analisi del sangue: che differenza c’è tra glucosio e glicemia, sono la stessa cosa?

Che differenza c’è tra glucosio e glicemia? Sono la stessa cosa? Quante volte vi sarà venuta in mente questa domanda prima di fare le analisi del sangue? Proviamo a fare chiarezza.

Il glucosio è lo zucchero principale presente nel sangue. Quando mangiamo riso, pane, pasta, o qualsiasi altro alimento ricco di carboidrati, questi vengono digeriti dallo stomaco e dall’intestino tenue, dove vengono assorbiti nel sangue come glucosio.

Quando il glucosio entra nel flusso sanguigno, l’insulina ne facilita l’assorbimento nelle cellule del corpo. Quando viene ingerito un eccesso di glucosio, si verifica una secrezione eccessiva di insulina. L’insulina aumenta la biosintesi del grasso e ne sopprime la scomposizione. Pertanto, diventa più facile per il grasso accumularsi nei tessuti del corpo.

La glicemia invece è semplicemente la concentrazione di glucosio che abbiamo nel sangue.

glucosio e glicemia sono la stessa cosa

Perché testare la glicemia nel sangue

Un test della glicemia viene utilizzato per scoprire se i livelli di zucchero nel sangue sono in un intervallo sano, è un test di routine, che viene spesso utilizzato per aiutare a diagnosticare e monitorare il diabete.

Il test della glicemia, infatti, fornisce informazioni utili per la gestione del diabete e può aiutare a

  • Monitorare l’effetto dei farmaci per il diabete sui livelli di glucosio nel sangue.
  • Scoprire come la dieta e l’esercizio fisico influenzano i livelli di zucchero nel sangue.
  • Capire come altri fattori, come la malattia o lo stress, influenzano i livelli di zucchero nel sangue.

Quando fare le analisi per misurare la glicemia e il glucosio nel sangue

Se hai il diabete, monitorare il livello di zucchero nel sangue (glucosio) è la chiave per scoprire quanto sta funzionando il piano di trattamento. Il test fornisce informazioni su come gestire il diabete su base giornaliera e talvolta anche oraria. Chi soffre di questa malattia può utilizzare un dispositivo chiamato monitoraggio continuo del glucosio (CGM). Oppure può testare la glicemia a casa con un dispositivo elettronico portatile chiamato misuratore di glicemia usando una piccola goccia di sangue.

Le analisi della glicemia però sono analisi di routine, che il medico può ordinare sia in caso di un check up annuale, sia se il paziente presenta alcuni sintomi, che si possono ricondurre ai livelli di glucosio, sia alti che bassi, nel sangue.

Quali sono i sintomi della glicemia alta

  • Aumento della sete e della minzione
  • Visione offuscata
  • Fatica
  • Stanchezza
  • Perdita di peso quando non giustificata
  • Intorpidimento o formicolio ai piedi o alle mani

Quali sono i sintomi della glicemia bassa

  • Sensazione di tremore o nervosismo
  • Fame
  • Fatica
  • Sensazione di capogiro, confusione o irritabilità
  • Mal di testa
  • Battito cardiaco accelerato o aritmia
  • Difficoltà a vedere o parlare chiaramente
  • Svenimenti o convulsioni

È possibile però avere la necessità di misurare i livelli di glucosio nel sangue se si ha un alto tasso di probabilità di sviluppare il diabete di tipo 2.

Questi sono i fattori di rischio:

  • Essere in sovrappeso o obeso
  • Avere più di 45 anni
  • Avere una storia familiare di diabete
  • Avere la pressione alta
  • Non fare movimento fisico
  • Avere una familiarità con le malattie cardiache o ictus
  • Avere avuto il diabete gestazionale (diabete che si verifica solo durante la gravidanza)

Una donna incinta deve sottoporsi a un test della glicemia tra la 26a e la 28a settimana di gravidanza per verificare la presenza di diabete gestazionale.

Dove eseguire un test per la glicemia

Per testare i livelli di glucosio nel sangue è necessario un prelievo, da eseguire necessariamente a digiuno, in ospedale o in centri diagnostici specializzati.

SINDROME DA STANCHEZZA CRONICA

Cos’è la stanchezza cronica?

La SINDROME DA STANCHEZZA CRONICA un disturbo complesso caratterizzato da una SENSAZIONE di AFFATICAMENTO e SPOSSATEZZA PSICO-FISICA che persiste da OLTRE 6 MESI, non attribuibile ad uno sforzo fisico intenso, che non passa dopo riposo e sonno, pregiudicando le normali attività quotidiane.

Come si manifesta la stanchezza cronica?

Oltre alla SPOSSATEZZA, persistente da più di 6 mesi, sono presenti alcuni tra questi SINTOMI e SEGNI:

-ASTENIA (senso di debolezza generalizzata);

-DOLORI MUSCOLARI ed ARTICOLARI in assenza di gonfiore ed arrossamento; SPASMI MUSCOLARI; DIFFICOLTA’ NELLA COORDINAZIONE DEI MOVIMENTI;

-DIFFICOLTA’ DI CONCENTRAZIONE e DEFICIT DI ATTENZIONE E MEMORIA; CONFUSIONE, DIFFICOLTA’ NELLA SCELTA DELLE PAROLE;

-ANSIA, ATTACCHI DI PANICO;

-DISTURBI DEL SONNO, in particolare sonno discontinuo e non ristoratore, che causa sonnolenza diurna, irritabilità e nervosismo;

-MAL DI TESTA o peggioramento di CEFALEA PREESISTENTE;

-MAL DI GOLA RICORRENTE;

-FEBBRICOLA;

-NAUSEA;

-PALLORE, ESTREMITA’ FREDDE;

-INTOLLERANZA AL CALDO O AL FREDDO;

-TACHICARDIA (aumento del numero dei battiti al minuto);

-IPOTENSIONE (abbassamento della pressione arteriosa);

-DISPNEA (difficoltà respiratoria);

-LINFONODI LATERO-CERVICALI e/o ASCELLARI GONFI E DOLENTI;

Talvolta sono presenti anche SUDORAZIONE, DISTURBI PERCETTIVI e SENSORIALI (vista offuscata, fotofobia, incapacità di messa a fuoco, alterazioni dell’equilibrio, disorientamento spazio-temporale). Raramente si verificano SINCOPI (svenimenti).

I sintomi possono avere un esordio improvviso o graduale; nelle fasi iniziali possono essere intermittenti.

L’intensità dei sintomi varia da lieve sino ad essere invalidante, rendendo difficile o impossibile lo svolgimento di qualunque attività quotidiana.

Soggetti interessati e cause

Questa Sindrome è diffusa in tutto il mondo, in tutti i gruppi etnici e in tutti gli strati sociali. Colpisce più frequentemente il SESSO FEMMINILE e la fascia di età tra i 40 e i 50 ANNI. E’ rara nell’infanzia e nell’età giovanile, in cui la fascia di età più interessata è tra i 13 ed i 15 anni.

Tutti i soggetti affetti dalla sindrome di stanchezza cronica presentano un deficit del sistema immunitario che può essere dovuto a numerose cause -quali INFEZIONI VIRALI, tra cui quelle da CITOMEGALOVIRUS (CMV), VIRUS DI EPSTEIN-BARR (EBV) e COVID-19, ALTERAZIONI ORMONALI e DEFICIT di VITAMINE e di alcuni OLIGOELEMENTI (come il MAGNESIO)-, molto spesso associate a condizioni di STRESS PSICOLOGICO PROLUNGATE e ad uno STILE DI VITA SREGOLATO.

Quali esami fare?

La DIAGNOASI di SINDROME DA STANCHEZZA CRONICA è difficile da porre e spesso richiede tempi lunghi.

Innanzitutto si devono escludere tutte le condizioni morbose che potrebbero giustificarne la sintomatologia: anemie, diabete mellito, tireopatie, fibromialgia, malattie autoimmuni, sindrome da immunodeficienza acquisita (HIV), neoplasie, depressione, anoressia, malnutrizione, abuso di sostanze psico-attive, incluso l’alcool, cirrosi epatica, cardiomiopatie e nefropatie.

Pertanto, in caso di SOSPETTO di SINDROME DA STANCHEZZA CRONICA bisogna consultare il proprio MEDICO DI FIDUCIA per farsi guidare nell’iter diagnostico, che varia da paziente a paziente in relazione alla sua storia clinica e personale.

In conclusione la sindrome da stanchezza cronica non è da sottovalutare: sono in molti a esserne affetti. Infatti, è stata anche istituita la giornata mondiale.

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